Ci sono dei luoghi comuni che accettiamo tutti i giorni come assiomi insindacabili che diamo tutti per scontati
Uno di questi è: SE C?E? LA SALUTE C?E? TUTTO, SOL CHE CI SIA LA SALUTE.?.
Io penso che ogni persona viva per qualcosa e abbia una certa speranza ma in un clima culturale come il nostro che esclude o che non considera il trascendente e si chiude nel relativismo, la speranza si limita ad attese di dimensioni ridotte, al livello della percettibilità immediata, è appunto quanto sembra esprimere il proverbio:?finchè c?è vita c?è speranza?.
Adesso faccio un sillogismo:
VITA FISICA=SPERANZA ovvero MORTE FISICA=NON ?SPERANZA cioè chi vive solo per questa vita è un uomo disperato.
Ora però si potrebbe anche prendere il proverbio e ribaltarlo e farlo diventare: finchè c?è speranza c?è vita. Ovvero è la speranza che tiene in vita: ci sono delle parole nel vangelo di Giovanni che indicano proprio questo: ?Io sono la Resurrezione e la Vita chi crede in me anche se muore vivrà, chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno, non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio??. Gesù si identifica con la vita, la fede in lui da la vita, questo poi viene espresso molto bene anche liturgicamente:
Nel rito dell?iniziazione cristiana degli adulti infatti, troviamo all?inizio un dialogo tra il celebrante e la persona che domanda il battesimo: Che cosa domandi alla Chiesa di Dio e il candidato Risponde: la fede; e la fede che cosa ti dona? La vita eterna.
Il celebrante allora continua e dice:
Dio illumina ogni uomo che viene nel mondo e attraverso le opere della creazione gli manifesta le sue invisibili perfezioni, perché impari a rendere grazie al suo creatore. A voi che avete seguito la sua luce, si apre ora la via del vangelo perché ponendo i fondamenti di una vita nuova, riconosciate il Dio vivente, che realmente rivolge agli uomini la sua parola.Camminando nella luce di Cristo, abbiate fiducia nella sua sapienza e così, ogni giorno affidando a lui la vostra vita, possiate di tutto cuore credere in lui. Questa è la via della fede nella quale Cristo sarà vostra guida, perché possiate raggiungere la vita eterna.
Qui si evidenziano alcuni dei punti che secondo me noi tendiamo a dimenticare:

1) La vita è un cammino già iniziato verso la vita eterna
2) Dio illumina e provvede, è l?uomo che se ne deve solo accorgere e imparare a ringraziare
3) Dio realmente guida e a lui possiamo ricorrere per domandare consiglio su quello che dobbiamo fare (lavoro, moglie, figli, le decisioni importanti?..), dobbiamo metterci in ascolto perché c?è una parola nella quale dobbiamo ?entrare?
4) Camminare con fiducia con Cristo davanti a noi e a lui affidare la nostra vita, i problemi il male e il bene che facciamo perché c?è una sapienza che dobbiamo imparare.

Il divorzio tra religione e vita, tra fede e problemi si consuma quando crediamo che siamo capaci da soli a fare il bene , e dico:? bene adesso so cosa dice il vangelo? e allora lo faccio, basta che mi impegni un po?. Ma Cristo non è solo verità è anche via e vita.
Possiamo dire che questa vita morale, questa etica del bene non si ottiene senza ?liturgia? ove per liturgia non si intende ovviamente una bella funzione ma la PAROLA CELEBRATA e i SACRAMENTI.
Sì ci può essere un grosso inganno se non ci mettiamo in questa ottica: quello di non convertirci mai, mentre ogni uomo è chiamato a volgere il suo cuore a Cristo e alla sua salvezza.