Riportiamo di seguito l’articolo che Federico Bertacchini ha scritto e che è stato pubblicato sulla rivista diocesana modenese “Nostro Tempo“.

Ricordiamo che il 25 agosto 2012, Federico verrà ordinato sacerdote nel Santuario di Trevi (Pg).

 

Storia di una chiamata

 

La nascita della mia vocazione sacerdotale è da inserire nel quadro molto più ampio della chiamata alla vita consacrata. Quando rivedo la mia vita, la vedo segnata da varie tappe, spesso determinate dal luogo in cui ho vissuto (nei miei primi 13 anni ho vissuto in tre luoghi diversi: Serramazzoni, Baggiovara e Cognento), dalla scuola frequentata, dai lavori svolti, dalle varie attività sportive praticate, dal servizio militare nei Vigili del Fuoco o dalle varie “cotte” che mi son preso… insomma, da quei normalissimi eventi della vita che in un modo o in un altro segnano la vita di ognuno. Ma poi, a cominciare dall’8-9 dicembre 2001, un week-end per i giovani organizzato dalla comunità Chemin Neuf a cui ho partecipato, le varie tappe della mia vita sono determinate da quei momenti importanti della mia relazione col Signore. Quel fine settimana del 2001, ma in modo particolare, il ritiro spirituale “Gerico” (sempre organizzato dalla Comunità Chemin Neuf) a cui ho partecipato una ventina di giorni dopo, sono stati veramente fondamentali per me, perché è stato grazie a ciò che ho vissuto durante quei momenti forti col Signore, che la fede che avevo ereditato dai miei genitori (e arricchita dagli anni di catechismo, scout, ecc.) è passata ad una fede personale vissuta profondamente, scoprendo così una dimensione del tutto nuova del mio rapporto con Dio.

 

Ho fatto “la scoperta” di un Dio vivo al mio fianco, col quale potevo dialogare come un amico parla ad un amico, di un Dio più “umano” di ciò che abitava il mio immaginario fino ad allora: un Dio che soffre quando io soffro, un Dio che si rallegra quando sono nella gioia, un Dio che allunga la sua mano verso di me ogni volta che cado e che con uno sguardo pieno di amore mi invita a riprendere la strada con Lui. Un Dio che ha sofferto e ha dato la sua vita per me, personalmente, come lo ha fatto personalmente per ognuno di noi. Da allora, ho iniziato a vivere la Messa come un momento intimo di comunione con Lui, dove la Parola e l’Eucaristia nutrono tutto il mio essere; anche la preghiera l’ho iniziata a vivere, non più come un dovere morale per il semplice fatto che ero credente, ma come la necessaria espressione di una relazione sempre più desiderata. Ed è proprio da questa relazione sempre più profonda e alimentata nel tempo da week-end di formazione, preghiera e vita fraterna e settimane di esercizi spirituali vissuti per due anni con la Comunità in Italia, che ho deciso, durante l’estate del 2003, di prendere “un anno sabbatico” col mio lavoro (all’epoca ero analista di un noto laboratorio chimico di Modena) per andare in Francia, in una casa di formazione della Comunità, per discernere quello che il Signore voleva dalla mia vita. Il mio unico desiderio era di fare la volontà di Colui che mi aveva mostrato un amore con la “A” maiuscola e la possibilità di una vita interamente consacrata a Dio iniziava poco a poco a farsi strada in me. Ma per il momento non era ancora questione del sacerdozio… per lo meno, non ci pensavo. Il primo anno passato in Francia con i fratelli e le sorelle della comunità Chemin Neuf, al Cénacle di Tigery, vicino a Parigi, è stato molto importante, perché ho capito che scegliere la vita religiosa, consacrarmi interamente a Dio, insieme ad altre persone con cui condividere la stessa spiritualità, i tempi di preghiera, il servizio pastorale e i semplici momenti della vita quotidiana, era ciò che mi rendeva profondamente felice. Questo discernimento si è concluso però il secondo anno, durante il quale, dopo circa otto mesi passati all’abbazia di Hautcombe per un tempo di formazione biblica e teologica, ho avuto la fortuna di fare gli Esercizi Spirituali di sant’Ignazio: 30 giorni in silenzio per mettersi all’ascolto della chiamata del Signore e per potergli rispondere. È stato un tempo veramente privilegiato di intimità profonda con Dio, durante il quale è stata confermata questa chiamata. Ma non solo, perché il Signore mi ha mostrato che avrei potuto vivere in pienezza la vita religiosa attraverso l’ordinazione sacerdotale. È stata un po’ come una chiamata nella chiamata. Ed è così, che nell’estate 2005 ho fatto i miei primi voti temporanei. I due anni successivi li ho vissuti a Lione al servizio della pastorale giovanile.

Questo tempo di missione mi ha arricchito molto umanamente e spiritualmente ed è stato particolarmente importante perché il Signore, attraverso piccoli segni della vita quotidiana, ha confermato la mia chiamata in questa magnifica avventura che è la vita consacrata e rafforzandomi nella paternità spirituale che assumeva poco a poco la chiamata sacerdotale. Nel 2007 ho iniziato la mia formazione al sacerdozio con lo studio della filosofia a Parigi al Centre Sèvres, (l’università dei Gesuiti) e che ho concluso quest’anno con la teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Se la chiamata alla vita religiosa è una chiamata alla vita comunitaria, al tempo stesso ciò che è vitale per coltivare e rafforzare la mia vocazione sono tutti quei tempi di preghiera c di intimità col Signore. Le nostre giornate sono ritmate dalla lodi, seguite da un’ora di preghiera personale (di solito partendo da un brano delle letture del giorno); dalla messa a mezzogiorno; da 30 minuti di adorazione eucaristica la sera, seguiti dai vespri. Una sera a settimana (di solito il martedì) abbiamo anche un gruppo di preghiera, in cui alterniamo momenti di lode a momenti di meditazione della Parola di Dio e una volta all’anno facciamo una settimana di Esercizi Spirituali secondo Sant’Ignazio. Oltre la preghiera, molto importante è anche la formazione: nella comunità abbiamo molti momenti di formazione interna durante l’anno che nutrono ulteriormente la mia vita; formazione biblica, teologica e spirituale. Ma siamo anche molto attenti all’attualità e alle nuove sfide che si presentano alla Chiesa in questo terzo millennio. Per finire, ciò che nutre ulteriormente la mia vocazione la lettura della vita e degli scritti spirituali di coloro che ci hanno preceduto nella fede che ci hanno lasciato in eredità la loro personale esperienza col Signore. A seconda dei periodi e di ciò che vivo interiormente, sento che c’è l’uno o l’altro santo che mi è particolarmente vicino o che mi aiuta. Per esempio, il primo anno in Francia è santa Teresa di Lisieux che ha accompagnato le mie giornate attraverso la meditazione dei suoi scritti autobiografici, Storia di un’anima. Oppure, durante i due anni al servizio della pastorale giovanile a Lione, tra il 2005 c il 2007, è stata essenziale la riscoperta di don Bosco attraverso il magnifico libro “Don Bosco una biografia nuova”, di Teresio Bosco. Lo scorso 14 settembre ho fatto mia professione perpetua e sono stato ordinato diacono; il 25 agosto (tra un mese circa) sarò ordinato sacerdote a Trevi (Pg), nel Santuario della Madonna delle Lacrime, per l’imposizione della mani di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia. Sarà un momento di grande festa perché, durante la celebrazione, oltre alla mia ordinazione ci sarà anche quella di un mio confratello Burundi e diversi impegni a vita nella comunità (due italiani, un burundese, una ceca e quattro francesi). Naturalmente, coloro che lo desiderano, possono raggiungerci per questa bella occasione, scrivendo all’indirizzo mail: alfeoangela@gmail.com (si stanno organizzando pullman da Modena). La celebrazione inizierà alle ore 16, seguita da una cena festiva. La “prima messa” la celebrerò il giorno successivo, alle ore 9, sempre a Trevi, ma questa volta nella chiesa del Monastero Santa Chiara. Per la data della “prima messa” in diocesi devo ancora vedere con i miei impegni pastorali, anche se penso che sarà verso metà settembre. Infatti, subito dopo la mia ordinazione, dovrò rientrare in Francia, a Parigi, dove sarò responsabile di una residenza universitaria gestita dalla mia comunità. È una struttura che accoglie una settantina di studenti universitari, di cui il 10% sono ragazzi seguiti dagli assistenti sociali, per via della loro situazione “socialmente svantaggiata”. Dovrò occuparmi dell’amministrazione economica e amministrativa dell’intera struttura, della pastorale presso i giovani residenti e anche al della pastorale giovani della regione parigina. Mi affido quindi alle preghiere di tutti voi per questa mia prossima missione pastorale e perché possa vivere la mia chiamata religiosa e sacerdotale nella santità, pienamente obbediente alla chiamata del Signore, giorno dopo giorno.

 

“Grazie a tutti”

Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che in un modo o in un altro hanno contribuito a farmi innamorare giorno dopo giorno di Gesù. Ma in particolare, uno speciale ringraziamento va ai miei genitori, Alfeo e Angela, che mi hanno sempre dato un’incommensurabile testimonianza di fede e di abbandono nel Signore, facendomi capire l’importanza della preghiera, del dialogo e del perdono. Ringrazio il Signore anche per il dono di don Galasso Andreoli, che dal ciclo è stato presente più che mai in un momento particolarmente importante del mio cammino e per il dono di suor Sonia Beranger (responsabile della missione giovani in Italia quando ho conosciuto la comunità Chemin Neuf), che attraverso il suo esempio e il suo amore per il Signore mi ha mostrato quanto può essere bella l’avventura della vita consacrata. Sono veramente tante le persone che vorrei ringraziare personalmente per aver contribuito in varie maniere, direttamente o indirettamente, ma per non fare dei torti a nessuno (a causa di un’eventuale dimenticanza) e a causa della lunga lista non le nominerò in questo articolo, ma assicurerò ad ognuno le mie preghiere. Arrivederci a presto!

Federico

 

Il modenese Federico Bertacchini sarà ordinato sacerdote nella comunità Chemin Neuf il prossimo 25 agosto a Trevi