Pubblichiamo il resoconto del Consiglio Pastorale della settimana scorsa, in cui abbiamo fatto il punto con Don Massimo, sugli sviluppi del suo incontro col Vescovo, su quali sono le varie possibilità di svolta della nostra Parrocchia.

 

Relazione di don Massimo

 

Dopo aver dialogato con il vescovo Erio Castellucci e con alcuni sacerdoti delle parrocchie circostanti sul futuro della parrocchia di Cognento, don Massimo ha riferito al consiglio pastorale le due soluzioni concretamente possibili per garantire un pastore alla comunità. Al termine della sua relazione, rispondendo ad una domanda, ha chiarito che i limiti di tali proposte e l’impossibilità di adottarne altre più accettabili (ad esempio, un parroco che guida due comunità distinte) non derivano da questioni di principio, ma dalla situazione oggettiva del nostro presbiterio, che vede una grave diminuzione dei suoi membri e un aumento del loro carico di lavoro, e dalla concreta disponibilità di quegli alcuni sacerdoti che potrebbero aderire alle soluzioni sotto riportate.

 

  1. La parrocchia potrebbe avere un parroco di circa settant’anni, che risiederebbe in canonica. Questa soluzione lascerebbe inalterato l’assetto della parrocchia in tutti i suoi aspetti. Il limite di questa soluzione è che difficilmente una persona di quest’età sarà in grado di evangelizzare il mondo dei ragazzi, dei giovani e delle giovani coppie. Inoltre questa soluzione non è sostenibile, cioè non potrà essere replicata a lungo, a causa della grave carenza del clero di cui soffre la nostra diocesi.

 

  1. La parrocchia di Cognento potrebbe fondersi con un’altra parrocchia limitrofa, cioè Cittanova, Baggiovara o S. Paolo. Non si tratterebbe di un assorbimento della prima all’interno della seconda, ma della creazione di una nuova comunità, che sarebbe guidata da un parroco quarantenne. Dunque sia la parrocchia di Cognento che quella limitrofa verrebbero abolite e nascerebbe una nuova parrocchia con un nuovo nome. La chiesa e le strutture parrocchiali in cui si svolgerebbero la vita comunitaria e l’azione pastorale sarebbero unicamente quelle della parrocchia limitrofa. Si avrebbe anche un solo consiglio pastorale, un solo consiglio per gli affari economici, un solo gruppo di catechisti, una sola Caritas parrocchiale, ecc. Ovviamente la composizione di questi organismi vedrebbe una presenza fondamentalmente paritaria dei membri delle due parrocchie originarie.

La chiesa di Cognento perderebbe la qualifica di parrocchia, ma resterebbe Santuario, con un rettore e con il supporto di alcuni sacerdoti della Casa del Clero. Le messe domenicali ed eventualmente feriali verrebbero mantenute integralmente, come anche i pellegrinaggi mariani del 25 del mese e altre iniziative simili (ritiri, confessioni, adorazione, ecc.). Il gruppo cognentese che si occupa delle iniziative di raccolta fondi (pesca, preparazione dei tortellini, ecc.) continuerebbe a lavorare per il santuario. Insomma per chi frequente la parrocchia di Cognento per le sole celebrazioni e per chi opera nel settore della raccolta fondi non cambierebbe nulla sul fronte pratico. La catechesi per l’iniziazione cristiana si svolgerebbe unicamente nella parrocchia limitrofa, e anche l’asilo, pur restando a Cognento, verrebbe legato alla nuova parrocchia. Al contrario, il Centro San Geminiano, che è quasi integralmente in affitto, resterebbe vincolato al santuario, per consentire il pagamento dei debiti dell’attuale parrocchia di Cognento e per garantire in futuro il supporto economico per la manutenzione del santuario e del verde circostante. Se possibile sul fronte economico, potrà anche essere utilizzato per scopi caritativi. Gli scout di Cognento verrebbero legati alla nuova parrocchia, e le loro sedi verrebbero lasciate nell’attuale collocazione o cambiate in accordo con il gruppo e l’associazione AGESCI di cui esso fa parte. Infine la diocesi potrà sostenere la creazione di eventuali nuove strutture nella sede della nuova parrocchia se rese necessarie per la crescita numerica della comunità.

Si arriverebbe all’unione giuridica delle comunità nel giugno o nel settembre 2017. Nel frattempo si studierebbero le tappe e le modalità di avvicinamento e di integrazione delle due comunità, mentre le varie attività pastorali – per la parrocchia di Cognento, la catechesi dell’iniziazione cristiana – verrebbero completate nelle rispettive sedi.

Questa soluzione risulta essere l’unica sostenibile, cioè praticabile anche in futuro per altre parrocchie. Infatti l’unione delle varie comunità consente ad un sacerdote, che vuole giustamente dedicarsi all’evangelizzazione di tutte le fasce di età del popolo che gli è affidato e che deve quindi prepararsi adeguatamente, di essere alleggerito dal peso amministrativo ed organizzativo causato dalla gestione di due parrocchie distinte. Ovviamente la difficoltà di questa seconda opzione sta nel fatto che i cognentesi, soprattutto i ragazzi e i giovani, non svolgerebbero più la loro attività pastorale a Cognento.

 

[N.B. nella sua relazione don Massimo ha esemplificato il secondo percorso ipotizzando l’unione con la parrocchia di Cittanova].

 

 

Reazioni dei membri del Consiglio

 

– Un prete di 70 anni può essere interiormente più giovane di uno di 40, ma dal punto di vista fisico non è così. Per stare con i giovani occorre avere molte energie. Sono favorevole per la seconda ipotesi. Quando ho sentito che non saremo più parrocchia mi sono sentita perdere l’identità, e ho visto svanire quel poco di comunità che c’è. Poi ho pensato che Cittanova è messa peggio di noi. Io che ho 60 anni mi sono sentita crollare il mondo addosso, come anche i più anziani, ma questo favorisce i bambini e i giovani, che non sono ancora abituati a venire qui. Nasceranno dei problemi di trasporto nella nuova sede. Poi le cose costruite qui (pesca, ecc.) non possono andare perdute. La pesca si potrebbe continuare a fare come santuario. Infine a Gesù Redentore c’è una segreteria, dove c’è sempre qualcuno e dove si può chiedere quello di cui si ha bisogno. Potremmo lasciare qui una segreteria, qualcuno che riceve le persone (pellegrini, bambini, ecc.). Il campo da calcio è un peccato perderlo, utile ai i bambini che non possono andare nella nuova sede parrocchiale. Ma mescolarci con un’altra comunità ci farà bene.

– Il cambiamento non è indolore, sarà problematico. Ci saranno ragioni logistiche, campanilistiche, affettive, di abitudine. Come parrocchia con cui fonderci, visto che siamo una comunità piccola con molti problemi, abbiamo bisogno di una comunità che abbia la casa più bella. Baggiovara non ha molto spazio, non reggerebbe la popolazione di Cognento. Sarebbe meglio unirsi a S. Paolo.

– Ci sono parrocchie che hanno molti abitanti, un prete di 40 anni può avere due parrocchie. Con aiuti di ministri la cosa mi pare fattibile. La soppressione della parrocchia non è possibile.

– Teniamo separata la parrocchia dal santuario. Il santuario continuerà ad esistere, andremo altrove solo a catechismo. Valutare però la parrocchia con cui saremo messi insieme, se è più in difficoltà della nostra non va bene. Sono per l’unione, altrimenti ritorniamo come eravamo, a meno di non essere particolarmente fortunati e avere un sacerdote anziano ma giovane dentro. Come coppia abbiamo deciso che se la situazione qui non cambierà andremo altrove.

– Mi fa paura pensare di essere seguiti qui a Cognento da sacerdoti anziani della Casa del Clero, in alcune domeniche la celebrazione è stata deprimente. Perché una persona di 70 anni non può venire affiancata da un parroco giuridicamente tale anche se questi viene solo di rado in parrocchia?

– Se uno ha molta fede va anche altrove, ma chi non ce l’ha non verrà più in Chiesa. E poi non siamo riusciti a creare una comunità qui, come faremo a metterne insieme due?

– Potremmo avere un sacerdote di 40 anni che gestisce in un primo tempo le due parrocchie, ma con la visione di costruire una nuova chiesa che unisca le due parrocchie? Questo sarebbe stimolante.

– Se la priorità è l’evangelizzazione, allora va da sé che la risposta è l’unione delle due parrocchie. Gli interessi particolari vanno subordinati a questo. E già questo è evangelizzazione: relativizzare quello che si è costruito è positivo. Su quale delle tre parrocchie? Cittanova ha una quantità di abitanti inferiore alle altre possibili, quindi la cosa sarebbe più gestibile. Non dobbiamo chiederci quale sia la parrocchia più utile per noi.

– Io penso alle persone anziane che hanno lavorato tanto qui. Per loro andare in un’altra parrocchia è impossibile. Un prete di 40 anni è molto allettante per i bambini e giovani. Mi pare che Cittanova o Baggiovara siano le parrocchie più idonee.

– Sono favorevole all’unione, piuttosto che avere un prete di 70 anni. Vedo che un parroco non può gestire più parrocchie, non riesce a starci dietro. Penso che sia bene unirci a Cittanova, da quando è andato via don Filippo non c’è più nessuno.

– Baggiovara ha tanti spazi, un bel parcheggio, strutture in legno. Ma preferirei non unirmi ad una parrocchia organizzata, ma ad una che non ha il parroco, perché ha bisogno come noi.

– La soluzione del parroco di 70 è la più comoda, ma è solo procrastinare l’inevitabile. Dovremmo pensare seriamente all’unione. Ma sarà qualcosa di drammatico. Occorre riciclare le persone che lavorano qui come operatori del santuario. Non possiamo abbandonarli. Ma sono favorevole all’unione. Con quale comunità? Con una parrocchia più piccola, per non perdere la nostra identità.

– Il percorso di unione è allettante, ma le perplessità ci sono. La sfida è quella di unire le persone. Per questo vedrei bene unirci ad una parrocchia simile alla nostra, Baggiovara o Cittanova.

– La mia preoccupazione è che, anche se il santuario resta aperto, occorre un sacerdote che trasmetta qualcosa. Attenzione a non mettere sacerdoti troppo anziani o non adatti, perché la predica nelle celebrazioni deve essere significativa.

– [parere di un consigliere non presente, inviato in seguito] L’unione va bene, ma non con Baggiovara perché siamo parrocchie diverse. Cittanova andrebbe bene, ma usando le strutture di Cognento e non quelle di Cittanova. Attenzione al rischio di una parrocchia fantasma, cioè che gli anziani di Cognento restino al santuario, i giovani vadano a Gesù Redentore come già fanno e nessuno frequenti la nuova parrocchia.