Nell?anno che si è appena concluso è terminata anche la vita terrena di un grandissimo che rimarrà nella storia: è Giovanni Paolo II. Un papa che forse verrà chiamato Magno, cioè il grande, sia per la qualità che per la quantità delle sue iniziative svolte. La sua grande comunicatività rimarrà nella memoria di tutti.
Ricordiamo il suo Magistero con le sue numerosissime encicliche,che consiglio a tutti di riprendere e di leggere, i viaggi apostolici, i pellegrinaggi e le adunate con i giovani, le numerosissime canonizzazioni e beatificazioni, volutamente esemplari che sono state estese anche ad un certo numero di laici e di coniugi. Mai forse nella storia un pontefice ha usato i mezzi di comunicazione così coraggiosamente come Giovanni Paolo II, eppure se dovessimo riproporne l?insegnamento , ricordarne i passaggi fondamentali, dovremmo servirci dei suoi insegnamenti raccolti nei testi scritti nel magistero, certamente da tenere accanto ai video, alle drammatiche immagini dell?attentato, alle lunghe convalescenze, e all?agonia conclusiva, tutte occasioni in cui il papa in qualche modo ha comunicato e insegnato in modo esemplare.
Oggi questa attività magisteriale è già ricominciata. Nella figura di papa Benedetto XVI Joseph Ratzinger eletto il 19 aprile è salito sulla cattedra di Pietro e guida la sua Chiesa come Pietro è lui che ha le ?chiavi?. Questa missione oggi più che mai va evidenziata e se necessario spiegata. Perché qui c?e uno dei misteri della storia che se vogliamo rendono concreto e visibile l?azione di Cristo oggi nel mondo.
Quel famoso giorno Gesù prese i suoi discepoli in disparte e rivolse loro questa domanda: La gente chi dice che io sia? Allora alcuni risposero alcuni dicono che sei Elia altri Giovanni Battista. Ma Gesù: e voi chi dite che io sia ? Dopo un momento di silenzio ci fu Pietro che prese la parola e rispose?Tu sei il Cristo , il Figlio del Dio vivente? La risposta di Gesù non lascia dubbi: Beato te Pietro perché non il sangue te lo ha rivelato ma il Padre mio che è nei cieli te lo ha rivelato e io ti dico Tu sei Pietro e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Queste parole sono scritte a caratteri cubitali a trenta metri di altezza all?interno della Basilica di San Pietro a Roma, lungo tutto il suo perimetro. Sono parole importanti da non sottovalutare espresse in un tono molto solenne da quel ?Io ti dico?.Qui si vedono bene due cose: questo compito è stato dato a Pietro e non agli altri, si lascia intendere che il ?merito di Pietro è quello di aver detto e conosciuto che Gesù Cristo non era un uomo come gli altri seppure grandi e importanti ma il Figlio di Dio. La Chiesa guida gli uomini nella storia ad un destino eterno con la missione di salvare gli uomini dal male . Quindi nella storia non si deve perdere di vista che c?è sempre una battaglia tra il bene e il male ma la Chiesa con a capo Pietro ha il potere di ?legare? e di ?sciogliere?attraverso i sacramenti ha il potere di liberare gli uomini dal male e di aiutarli verso il Regno di Dio.
Oggi, io direi che c?è bisogno di orientare l?amore e l?attenzione di tutti i cristiani sulla figura di Pietro e sul suo sucessore chiunque esso sia. Il Papa ha il carisma dell?infallibilità e questo oggi risulta uno scandalo ma è un dato di fatto che si può affermare: in duemila anni di storia in materia di fede e di morale i successori di Pietro non hanno mai sbagliato. Questo discernimento è un dono soprannaturale affidato a Pietro e ai suoi successori. Non confondiamo una condotta da quello che è un insegnamento perché gli uomini camminano verso la santità ma sono dei peccatori e questo non deve scandalizzare. Il vangelo lo dice bene il peccato più grande non l?ha fatto quel papa che ha avuto un figlio o quel papa molto attaccato alla ricchezza ( ai tempi di San Filippo Neri c?era Papa Sisto un papa con tanti meriti ma duro e di lui si diceva ?papa Sisto che non perdona neanche a Cristo) il peccato più grande l?ha fatto Pietro che ha rinnegato il Signore pur avendolo ben conosciuto ma ciò nonostante Gesù gli ha rinnovato la missione e lo ha amato. Questo mistero continua nella storia dobbiamo saperlo, ogni uomo risponderà di quello che è la sua condotta, ma Gesù ha voluto una guida per la sua Chiesa, un capo, che ha un carisma eccezionale. Chi conosce e ascolta gli insegnamenti del papa sa che la morte di un papa rende davvero tristi perché viene a mancare una figura paterna che aiuta a capire e a dipanarsi in questa storia. Ora abbiamo un papa e posso dire che vederlo e ascoltarlo è una cosa che rende molto felici. Inoltre è un Papa già molto conosciuto, soprattutto per il ruolo che ha assunto nella vita della Chiesa come Decano del collegio cardinalizio, dalle meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo del 2005, la prima senza la presenza del papa, ammalato gravemente (bella l?immagine del passaggio della croce tra i due che erano amici).
Joseph Ratzinger ha alle spalle una produzione teologica larghissima, ed era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede dal 1981. I suoi libri e i suoi interventi sui fatti più rilevanti dell?epoca a lui contemporanea come l?analisi della situazione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II nel suo Rapporto sulla fede o i recenti interventi contro ?la dittatura del relativismo? hanno già dato una impronta a questo papa che era già ?conosciuto? aggiungendo altri aspetti belli come la sua capacità di toccare anche i punti più dolenti del corpo ecclesiale e della mentalità dominante senza nessuna arroganza, con visibile dolcezza nel tratto, aspetti che accanto all?affetto gli hanno attirato anche critiche che senz?altro emergeranno anche nel futuro. Quello che mi sembra importante sottolineare è che lo Spirito Santo ha voluto dare Benedetto XVI alla sua Chiesa.
Ora fra i primi atti del suo Magistero vorrei ricordare l?omelia pronunciata il 25 aprile nella basilica di San Paolo fuori le mura dove ricordando l?apostolo affermava di voler caratterizzare il suo pontificato con la centralità della missione. La Chiesa è per sua natura missionaria e suo compito primario è l?evangelizzazione. Gesù non ha detto andate in tutto il mondo e chiedete se va bene il vangelo ma ?annunciate il Vangelo? e gli apostoli seguendo l?esempio e il comando di Cristo predicarono la parola della verità e generarono le Chiese e che è compito dei loro successori dare continuità a quest?opera, perché la Parola di Dio corra e sia glorificata e il Regno di Dio sia annunciato e stabilito in tutta la terra. All?inizio del terzo millennio, la Chiesa sente con rinnovata vivezza che il mandato missionario di Cristo è più che mai attuale.Il grande Giubileo del Duemila l?ha condotta a ?ripartire da Cristo?, contemplato nella preghiera, perché la luce della sua verità sia irradiata a tutti gli uomini, anzitutto con la testimonianza della santità.