La fede cristiana dice che Dio non è un concorrente della creatura da lui distinta. La fede cristiana confessa che Dio in persona può venire con la sua infinità e incomprensibilità, in difesa della nostra finitudine, lui in persona presso ognuno di noi, senza che egli diventi necessariamente finito e noi passiamo necessariamente nell?assolutezza ardente della sua divinità.
Dio è dalla parte dell?uomo, ma questa affermazione che pare così scontata ha un implicazione molto pratica e dice che l?uomo non può darsi una vera autentica cultura umana e umanizzante senza ricordarsi una verità fondamentale che si deve mettere davanti agli occhi almeno una volta al giorno: L?UOMO E?IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO, i suoi diritti e i suoi doveri partono da qui.
Come nei primi tempi della storia del cristianesimo, come nei secoli della dialettica della Chiesa e della cultura cristiana con la società e la cultura pagana, è il momento di ripartire dai fondamenti.
E? il tempo di operare una particolare concentrazione, culturale ed etica, sulla dignità della persona, ricordando e ribadendo che tutto nasce e vive nella società e nella storia per l?apporto determinante della persona. La persona è come tale un soggetto ?irriducibile? a qualsiasi condizionamento biologico, fisico, psicologico, sociale e politico. Soggetto della propria vita, della propria storia e quindi della Storia, che diventa il luogo della realizzazione e della attuazione di ogni soggettività e così in quanto tale, serve la più vasta società. Non c?è compito storicamente più urgente ed irrinunciabile per l?uomo e per la famiglia cristiana che professare la propria fiducia nell?uomo e nella donna liberi e responsabili perché creati ?ad immagine e somiglianza di Dio? come dice la Bibbia nel libro della Genesi.
Parliamo di cultura e di svolta antropologica chè oggi diventa quanto mai indispensabile per smascherare dei tradimenti nei confronti dell?uomo.
Le difficoltà attuali della famiglia infatti non sono forse il frutto di una visione quanto meno incompleta e talora distorta della verità dell?uomo (chi è l?uomo?) così come il Vangelo la rivela e così come le radici cristiane della cultura europea ed occidentale ci hanno tramandato?
Il compito della teologia non consiste nell?addurre prove dell?esistenza di Dio, nello sviluppare ragionamenti più o meno convincenti, ma nell?abbattere tutte le argomentazioni umane per far vedere il centro incandescente dell?amore, la Kenosis incredibile e l?innalzamento dal quale splende la Gloria di Dio. Quando la Parola di Dio vide che la sua discesa non poteva diventare altro che la sua morte e rovina, e che la sua luce doveva sprofondare nelle tenebre, essa accettò questa battaglia e dichiarazione di guerra. Il compito di Gesù divenne allora quello di portare alla luce la debolezza mortale di questa difesa disperata contro Dio mediante la propria stessa debolezza mortale. Lasciare al mondo la sua volontà e fare in questo la volontà del Padre. L?amore difatti è l?anima del cristianesimo, è la testimonianza più convincente, la proprietà divina per eccellenza, lo scambio che passa dal Padre al Figlio nello Spirito.
La vita cristiana è una vita nello spirito. Desiderando risalire all?origine della nostra fede, cioè alla sorgente, vi vediamo sempre la Trinità e il Battesimo: battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Oggi, quello che mi sembra, è che la parola ?amore? voglia fare a meno dello Spirito Santo, e diventa perciò una parola che perde di significato, viene svuotata, ridotta, diminuita, (che cos?è l?amore? E? un sentimento?) . In questo Natale mi sembra invece significativo recuperare un po? di spiritualità e che l?amore si fa Amore sul modello dell?amore intratrinitario di Dio e si manifesta come una sua attuazione vivente. La prova è che ne risulta una fecondità sorprendente: l?amore infatti porta ad una comunità-comunione permanente e indissolubile, che si mette al servizio della vita, partecipa allo sviluppo della società, alla vita della chiesa e alla sua missione.

Non è stato attraverso una famiglia, quella di Nazareth che il Figlio di Dio ha voluto entrare nella storia dell?uomo?
Ora quello che dicevo ad Andrea rispondendo ad un suo articolo sulla casttita è che oggi la gente non capisce più cosa è questa spiritualità. C?è una distanza culturale e antropologica che si è venuta a creare, che bisogna cominciare a colmare.
Faccio un esempio l?itenerario della spiritualità coniugale può essere paragonato ad un viaggio: un viaggio che, nato dalla convocazione di Dio che ha le sue radici nel battesimo stesso, è indirizzato alla realizzazione dell?amore che li ha fatti incontrare e che solo in Dio trova il suo ultimo compimento; un viaggio verso l?infinito dell?Amore trinitario, dunque, sostenuto dalla potenza dell?Amore che lo Spirito Santo suscita in modo incessante nel cuore degli sposi. Come ogni cammino, il viaggio della coppia richiede la fatica del procedere in avanti, del riconoscersi e del crescere insieme, del ricominciare ogni volta da capo e nel rinnovarsi nel sì detto una volta, per ridirlo con spirito sempre nuovo, ad ogni svolta della vita, non solo quando tutto va bene, ma soprattutto quando si fanno incontro situazioni di sosta o di prova. Parlare di viaggio vuol dire mettere in preventivo che vi possono essere degli ostacoli, o dei momenti difficili, ma sapere che essi possono essere superati nella potenza dello Spirito e della sua grazia. Risiede in questa consapevolezza il valore della speranza nel cammino di coppia. Al di là delle possibili contrarietà o tentazioni, i coniugi cristiani sanno che lo Spirito è sorgente di rinnovamento instancabile. Sanno che il loro desiderio e la loro attesa di un amore e di una comunione perfetta, se non potranno realizzarsi in questo mondo, troveranno tuttavia il compimento nella vita eterna, nella pienezza della visione beatifica. L?amarsi nel Signore è già una realtà che anticipa gli ultimi tempi, destinato a quanti si aprono a questo Spirito.
Il matrimonio-sacramento è questo straordinario viaggio che sgorga dall?amore, si costruisce nell?amore e va verso l?amore. Un amore che non conoscerà mai il tramonto. Compagni di vita i coniugi sono al tempo stesso compagni di eternità.