ROMA, domenica, 28 febbraio 2010 (ZENIT.org)

 

Gli Arcivescovi e Vescovi della regione Emilia-Romagna desiderano indirizzare ai fedeli delle loro comunità questa comunicazione, in vista delle elezioni regionali del prossimo mese di marzo.

1.                 Come Vescovi, la nostra prima inderogabile missione è di annunciare il Vangelo  proponendo  ad ogni uomo la via della fede, come via della libertà, come via della responsabilità e della salvezza.

Ma il Vangelo che dobbiamo annunciare contiene anche una precisa concezione dell'uomo e di tutta la sua realtà, personale e sociale, che risponde in modo adeguato alle fondamentali esigenze della sua persona. 

È questa concezione il nucleo portante della Dottrina Sociale che la Chiesa ha sempre proclamato e testimoniato, e che l'attuale pontefice Benedetto XVI ha mirabilmente sintetizzato nell'espressione «valori non negoziabili».

2.                 Essi costituiscono patrimonio di ogni persona, perché inscritti nella coscienza morale di ciascuno.

A questi valori anche ogni cristiano deve riferirsi come criterio ineludibile per i suoi giudizi e le sue scelte nell'ordine temporale e sociale. 

Eccoli sinteticamente: la dignità della persona umana, costituita ad immagine e somiglianza di Dio, e perciò irriducibile a qualsiasi condizione e condizionamento di carattere personale e sociale; la sacralità della vita dal concepimento fino alla morte naturale, inviolabile ed indisponibile a tutte le strutture ed a tutti i poteri; i diritti e le libertà fondamentali della persona: la libertà religiosa, la libertà della cultura e dell'educazione; la sacralità della famiglia naturale, fondata sul matrimonio, sulla legittima unione cioè fra un uomo e una donna, responsabilmente  aperta alla paternità e alla maternità; la libertà di intrapresa culturale, sociale, e anche economica in funzione del bene della persona e del bene comune; il diritto ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito, come espressione sintetica della persona umana; l'accoglienza ai migranti nel rispetto della dignità della loro persona e delle esigenze del bene comune; lo sviluppo della giustizia e la promozione della pace; il rispetto del creato.

3.                 È questo complesso di beni che costituisce l'orizzonte immutabile di ogni giudizio e di ogni impegno cristiano nella società. Persone, raggruppamenti partitici e programmi devono pertanto essere valutati a partire dalla verifica obiettiva del rispetto di quei beni.

Perciò la coscienza cristiana rettamente formata non permette di favorire col proprio voto l'attuazione di un programma politico o la promulgazione di leggi che non siano coerenti coi valori sopraddetti, esprimendo questi le fondamentali esigenze della dignità umana.

4.                 Siamo consapevoli di avere proposto ai nostri fedeli non solo orientamenti  doverosi per l'oggi, ma anche un costante cammino educativo, mediante cui l'assimilazione dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa porta a giudizi e a scelte responsabili e coerenti, sottratte ai ricatti dei poteri ideologici e mass-mediatici o avvilite da interessi particolaristici. 

Vorremmo che crescesse, anche in forza di un rinnovato e quotidiano impegno educativo delle nostre Chiese, un laicato che proprio a causa della sua appartenenza ecclesiale, fosse dedito al bene comune della società.

5.                 La Chiesa non deve prendere «nelle sue mani la battaglia politica»

[cfr. Benedetto XVI, Deus caritas est, 28]. Pertanto clero ed organismi ecclesiali devono rimanere completamente fuori dal dibattito e dall'impegno politico pre-elettorale, mantenendosi assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. Per i sacerdoti questa esigenza è fondata sulla natura stessa del loro ministero (cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv.1°: EV 14/798). 

6.                 Ma è un diritto dei fedeli essere illuminati dai propri pastori quando devono prendere decisioni importanti. Se un fedele chiedesse al sacerdote come orientarsi nella situazione attuale, il sacerdote tenga presente quanto segue.

Ogni elettore è chiamato ad elaborare un giudizio prudenziale che per definizione non è mai dotato di certezza incontrovertibile. Ma un giudizio è prudente quando è elaborato alla luce sia dei valori (cfr. § 2) umani fondamentali che sono concretamente in questione sia delle circostanze rilevanti in cui siamo chiamati ad agire. 

Ciò premesso in linea generale, ogni elettore che voglia prendere una decisione prudente, deve discernere nell'attuale situazione quali valori umani fondamentali sono in questione, e giudicare quale parte politica – per i programmi che dichiara e per i candidati che indica per attuarli – dia maggiore affidamento per la loro difesa e promozione.

L'aiuto che i sacerdoti devono dare quindi consiste nell'illuminare il fedele perché individui quei valori umani fondamentali che oggi in Regione meritano di essere preferibilmente e maggiormente difesi e promossi, perché maggiormente misconosciuti o calpestati. Il Magistero della Chiesa è riferimento obbligante in questo aiuto al discernimento del fedele. 

Ma il sacerdote deve astenersi completamente dall'indicare quale parte politica ritenga a suo giudizio che dia maggior sicurezza in ordine alla difesa e promozione dei valori umani in questione. Questa indicazione infatti sarebbe in realtà un'indicazione di voto.

La nostra Regione, così come l'intera nostra nazione, sta attraversando un momento difficile. Pensiamo in primo luogo e siamo vicini alle famiglie colpite da gravi difficoltà economiche; e a chi ha perduto o rischia di perdere il lavoro. 

La consultazione elettorale è una occasione nella quale ogni fedele è invitato ad esercitare mediante il voto una parte attiva nella doverosa edificazione della comunità civile.

In questo modo «la carità diventa carità sociale e politica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone, considerate non solo individualmente, ma anche nella dimensione sociale che le unisce» [Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n. 207].

Con la nostra Benedizione.

 

22 Febbraio, Festa della Cattedra di San Pietro

 

CAFFARRA S.Em. Card. CARLO, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEER

VERUCCHI S.E. Mons. GIUSEPPE, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e Vicepresidente della CEER

RABITTI S.E. Mons. PAOLO, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

AMBROSIO S.E. Mons. GIANNI, Vescovo di Piacenza – Bobbio

CAPRIOLI S.E. Mons. ADRIANO, Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla

GHIRELLI S.E. Mons. TOMMASO, Vescovo di Imola

GHIZZONI S.E. Mons. LORENZO, Vescovo ausiliare di Reggio Emilia – Guastalla

LAMBIASI S.E. Mons. FRANCESCO, Vescovo di Rimini

LANFRANCHI S.E. Mons. ANTONIO, Amministratore Apostolico di Cesena – Sarsina

LOSAVIO Mons. PAOLO, Amministratore Diocesano di Modena – Nonantola

MAZZA S.E. Mons. CARLO, Vescovo di Fidenza

NEGRI S.E. Mons. LUIGI, Vescovo di San Marino – Montefeltro

PIZZI S.E. Mons. LINO, Vescovo di Forlì – Bertinoro

SOLMI S.E. Mons. ENRICO, Vescovo di Parma

STAGNI S.E. Mons. CLAUDIO, Vescovo di Faenza – Modigliana

TINTI S.E. Mons. ELIO, Vescovo di Carpi

VECCHI S.E. Mons. ERNESTO, Vescovo ausiliare di Bologna, Segretario della CEER